Niente a che vedere con prime sigarette, uscite del sabato sera, discoteche e motorini.Le quindici persone sedute nella stanza sono genitori di ragazzi gay e ragazze lesbiche.
E’ questo il soggetto di “Due volte genitori”, un documentario di 90 minuti realizzato dal regista Claudio Cipelletti in collaborazione con l'Agedo, associazione no profit costituita da genitori di ragazzi e ragazze omosessuali.
Il documentario è stato realizzato grazie ai contributi della Commissione Europea nell’ambito di un progetto di prevenzione della “violenza tra le mura domestiche”, denominato Daphne.
“Due volte genitori” documenta, con le testimonianze dei partecipanti, l’impatto sulle famiglie della notizia dell'omossessualità dei figli e di come queste famiglie abbiano gestito i momenti successivi.
Il dramma che traspare dal documentario, costruito come un reality, non è la scoperta in sé del figlio gay o della figlia lesbica, ma la paura che questi non vengano accettati dalla società.
“Mio figlio è come io lo penso?” Prima o poi ogni genitore, a causa di piccoli o grandi motivi, si è trovato di fronte a questo interrogativo. “Due volte genitori” entra direttamente nel cuore delle famiglie nel momento critico della rivelazione dell’omosessualità di un figlio/a. Attraverso un delicato lavoro di ascolto, il film indaga questo percorso tra le aspettative disilluse dai figli e l’accettazione, al di là dell’omosessualità in quanto tale, della propria rinascita come genitori. Dopo lo smarrimento, il senso di perdita e di colpa, poco alla volta si apre un nuovo percorso che porta queste famiglie a compiere un viaggio imprevisto, dai figli ai genitori, dai genitori ai nonni e poi di nuovo ai figli. Mentre si richiude il cerchio tra le generazioni vince l’amore, ma non basta. Bisogna mettersi in gioco. E questi genitori hanno saputo farlo fino in fondo, regalandoci un’esperienza intensa e limpida, che diventa preziosa per tutti.
