Premio “Martin Ennals”, racconto di un viaggio

Ginevra, capitale mondiale dei diritti umani.
E’ qui che lo scorso 13 ottobre la nostra amica Kasha Jaqueline Nabagesera  ha ricevuto il prestigioso premio “Martin Ennals” 

Un evento di rilevanza internazionale a cui non poteva mancare una nutrita delegazione del  Purple Planet

La cerimonia, svoltasi presso il teatro Victoria Hall, ha avuto un inizio un po’ movimentato che gli organizzatori ricorderanno a lungo.
Motivo? Kasha che prolunga a dismisura i tempi della sua “vestizione” in hotel. Poi si accorge di aver dimenticato in camera il testo del suo discorso e deve tornare indietro a recuperarlo. Abbiamo un ritardo enorme. Il “corteo” al suo seguito è formato da oltre una decina di  persone, per metà ugandesi (parenti colleghe/i di Kasha) e per metà italiane. I primi, naturalmente, sono tranquillissimi, noi un po’ meno.
Ripartiamo, con passo tranquillo, mentre Cate avverte: “ guardate che gli svizzeri sono svizzeri e non ci avranno aspettato”. Arriviamo e infatti.. la cerimonia è iniziata! Gli organizzatori, agitatissimi, agguantano Kasha e la portano verso l’ingresso posteriore, noi invece ci involiamo verso l’ingresso principale. L’assistente della sindaca ci accoglie con un sorriso tirato, ci fa saltare il controllo biglietti presentandoci come “famiglia di Kasha” e ci indica i posti  per raggiungere i quali dobbiamo attraversare l’intera sala.
Cerchiamo di non pensare ai possibili – o forse inevitabili?- commenti sulla puntualità di italiani e africani e iniziamo a seguire la cerimonia.
Il programma prevede diversi interventi tra cui quello di Kiung- Wha Kang , esponente dell’alto commissariato dell’ONU e di Sandrine Salerno, sindaca di Ginevra. C’è anche l’avvocato siriano Muhamad Al Hassan che ha vinto il “Martin Ennals” 2010 e che un anno fa era detenuto nelle carceri del suo Paese.
Kasha viene introdotta da un cortometraggio realizzato su di lei e dalla presentazione del presidente della giuria Hans Thoolen,  interrotto da un applauso scrosciante quando sottolinea  che per  la prima volta il premio viene assegnato ad un’esponente del movimento lgbt.
Poi tocca a Kasha, elegantissima. Ringrazia per il premio che, proprio perché assegnato ad una lesbica, è portatore di un messaggio forte, soprattutto in un Paese come l’Uganda in cui i politici predicano che i diritti delle persone lgbt non sono diritti umani. Ripercorre poi alcuni momenti difficili della sua vita e sottolinea l’importanza vitale delle collaborazioni internazionali.
Il pubblico è attentissimo.  Ho sentito Kasha parlare in pubblico tante volte eppure continua a farmi venire i brividi.  I suoi sguardi, la voce profonda,  il suo carisma, hanno la capacità di “toccare” l’uditorio in profondità.
Il finale non può essere che una standing ovation tutta per lei

Tra ricevimenti  pre e post cerimonia riusciamo a tessere qualche contatto internazionale. Tanti ci chiedono da dove arriviamo, e che stupore stampato sui loro volti nel sapere che siamo italiane! Membri ONU, la giovane sindaca di Ginevra, registe.… come sembra lontana l’asfittica Italia! E pensare che  respiriamo questa  boccata  di aria fresca proprio grazie a Kasha!

Il disegno di legge “antigay” e l’uccisione di David hanno puntato i riflettori del mondo sull’Uganda. Il premio vinto da Kasha, come quello vinto in USA dal suo collega Frank - che abbiamo avuto il piacere di conoscere a Ginevra- danno ulteriore visibilità ad una realtà per la quale la rilevanza internazionale è questione di vita o di morte.
Per Kaha e la delegazione italo-ugandese la serata si conclude davanti ad una birra e finalmente anche Rosi e Gabri,  video e fotoreporter ufficiali della spedizione, possono rilassarsi.
Poi  saluti e abbracci con tutte/i  e.. to be continued of course.
Sul sito  http://www.martinennalsaward.org/  è visibile un breve filmato della cerimonia

Manuela Fazia