#nocoppiediserieb: petizione di Vanity Fair


«Dedicare al tema delle coppie gay la copertina di un giornale», ha scritto il ministro Fornero, «è sintomo di civiltà. E il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, con delega alle Pari opportunità, non si sottrae al richiamo e si impegna senza giri di parole a affermare e diffondere una cultura contro la discriminazione, oggi purtroppo largamente assente. La ringrazio quindi, innanzitutto, perché provocare una discussione seria su questo tema è il modo migliore per aiutare il nostro Paese a confrontarsi con cambiamenti nel modo di essere delle attuali società avanzate».

Comincia così la lettera di risposta della ministra Fornero alla petizione del giornale Vanity Fair sul riconoscimento dei diritti delle unioni omosessuali. 

Forse è stata la sentenza della Corte di Cassazione, che riapre quel dibattito , che a volte sembra infinito qui in Italia, sui diritti delle coppie omosessuali.
Forse le parole della ministra alla trasmissione “ Che tempo che fa” commentando tale sentenza. Molti sono i fattori che hanno favorito questo "movimento", ma sicuramente conta il fatto che la gente è pronta.

Da una intervista rilasciata da Raul Bova a Vanity Fair,  è partita una petizione alla ministra Fornero affinchè in Italia si inizi ad occupare delle coppie omosessuali,  cercando la strada legislativa per il riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali.
Anche se non c’è una soluzione proposta, anche se il quadro europeo tracciato non sia proprio preciso, resta importantissimo il fatto che una iniziativa del genere sia stata lanciata da un giornale proprio come Vanity Fair. 

Nell'intervista, Raul Bova sostiene, fra altre cose, che questa dovrebbe essere una battaglia di tutti e da lì sono partite la petizione e un tam tam mediatico che stanno coinvolgendo non solo siti e canali legati all’appoggio e al sostegno delle lotte per i diritti degli omosessuali ma, per la prima volta in Italia, siti “ altri” come, STYLE.it SOCIAL, Sologossip, ecc…

Questa petizione resta, comunque, un bel segnale di mobilitazione di una parte della società civile che forse, prima della sentenza della cassazzione e prima dei riflettori puntati nuovamente sulla situazione di arretratezza dell’Italia (siamo rimasti fanalini di coda insieme alla Grecia), non si sarebbe chiamata in causa.

Tra le firme: Don Luigi Ciotti,Geppi Cucciari, Milena Gabanelli, Marco Materazzi, Mina, La Pina, Roberto Saviano, Francesco Vezzoli…

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