Giovedì 1 novembre 2012
(festa di Ognissanti)
Per chi, senza di noi non può stare, potrete (ri)ascoltare le nostre puntate di BeateLesbiche e, comunque, ci troveremo nuovamente GIOVEDI' 8 NOVEMBRE, sempre in via Folonari 7, a Brescia, dalle 21.00 alle 23.00.
Noi, intanto, approfittiamo dell'occasione e della passione della nostra Milena per i Celti per fare un pò di storia:
La festa di Ognissanti, nota anche come Tutti i Santi, è una solennità che celebra insieme la gloria e l'onore di tutti i Santi (canonizzati e non).
Come data di celebrazione della festività fu scelto il 1º novembre per farla coincidere con il Samhain, l'antica festa celtica del nuovo anno, a seguito di richieste in tal senso provenienti dal mondo monastico irlandese.
Buone Feste!
Noi, intanto, approfittiamo dell'occasione e della passione della nostra Milena per i Celti per fare un pò di storia:
La festa di Ognissanti, nota anche come Tutti i Santi, è una solennità che celebra insieme la gloria e l'onore di tutti i Santi (canonizzati e non).
Come data di celebrazione della festività fu scelto il 1º novembre per farla coincidere con il Samhain, l'antica festa celtica del nuovo anno, a seguito di richieste in tal senso provenienti dal mondo monastico irlandese.
Secondo le credenze celtiche, durante la festa del Samhain i morti avrebbero potuto ritornare nei luoghi che frequentavano mentre erano in vita, e celebrazioni gioiose erano tenute in loro onore.
Nella dimensione circolare-ciclica del tempo, caratteristica della cultura celtica, Samhain si trovava in un punto fuori dalla dimensione temporale che non apparteneva né all'anno vecchio e neppure al nuovo; in quel momento il velo che divideva dalla terra dei morti si assottigliava ed i vivi potevano accedervi.
Come molte feste celtiche, veniva celebrata a più livelli: dal punto di vista materiale era il tempo della raccolta e dell'immagazzinamento del cibo per i lunghi mesi invernali. Essere soli in questa occasione significava esporre sé stessi ed il proprio spirito ai pericoli dei rigori invernali.
Spiritualmente parlando, la festa era un momento di contemplazione. Questo era il periodo più magico dell'anno: il giorno che non esisteva. Durante la notte il grande scudo di Skathach veniva abbassato, eliminando le barriere fra i mondi e permettendo alle forze del caos di invadere i reami dell'ordine ed al mondo dei morti di entrare in contatto con quello dei vivi. I morti avrebbero potuto ritornare nei luoghi che frequentavano mentre erano in vita, e celebrazioni gioiose erano tenute in loro onore. Da questo punto di vista le tribù erano un tutt'uno col loro passato ed il loro futuro. Questo aspetto della festa non fu mai eliminato pienamente, nemmeno con l'avvento del Cristianesimo, che infatti il 2 novembre celebra i defunti.
Spiritualmente parlando, la festa era un momento di contemplazione. Questo era il periodo più magico dell'anno: il giorno che non esisteva. Durante la notte il grande scudo di Skathach veniva abbassato, eliminando le barriere fra i mondi e permettendo alle forze del caos di invadere i reami dell'ordine ed al mondo dei morti di entrare in contatto con quello dei vivi. I morti avrebbero potuto ritornare nei luoghi che frequentavano mentre erano in vita, e celebrazioni gioiose erano tenute in loro onore. Da questo punto di vista le tribù erano un tutt'uno col loro passato ed il loro futuro. Questo aspetto della festa non fu mai eliminato pienamente, nemmeno con l'avvento del Cristianesimo, che infatti il 2 novembre celebra i defunti.
Come nelle atre feste celtiche, anche a Samhain il fuoco aveva un ruolo importante, considerato simbolo della scintilla della vita futura che rifiorirà in primavera. Alla vigilia della festa, tutti i fuochi delle case venivano spenti e la gente si raccoglieva sulle cime delle colline dove veniva preparato un grande falò. Tutti attendevano in silenzio e nell’oscurità che trascorresse l’ora fatale tra le stagioni, poi il sacro fuoco era acceso dai Druidi e la gente festeggiava con grande gioia. All’alba ciascuno avrebbe preso una torcia dal falò per riaccendere il proprio focolare domestico.
Sulla celebrazione gioiosa del ritorno di chi è andato via e sulla loro accolgienza, un consiglio musicale: Ofrenda di Pedro Guerra