VENERDI' 27 MARZO - ore 21:00
Lo spettacolo affronta il fenomeno dell’omofobia socialeossia
quell’insieme di rappresentazioni culturali di atteggiamenti e di
pratiche sociali che invalidano o sviliscono le identità e i
comportamenti non eterosessuali. Un’ attrice che non arriva perché ha
paura di dichiararsi, la custode del teatro comunale che confonde LGBT
con gli OGM, un Assessore che costringe il pubblico a fare esercizi PNL
per imparare a distinguere quello che è normale da quello che non lo è,
una femminista che convive affettivamente e sessualmente con una donna
da 40 anni , ma che ucciderebbe pur di non definirsi lesbica, una
casalinga di Gardone Val Trompia che vuole portare la nipote lesbica a
Madjugorje “perché là ci sono gli esorcisti che me la sistemano”, una
lesbica misogena che si accoppia solo con donne eterosessuali perché non
vuole ghettizzarsi, una fata, che dona consapevolezza gay distribuendo
stellette-punti. I personaggi si susseguono a ritmo serrato, fino a
quando la metafora scenica viene pubblicamente interrotta da un
accadimento, che pone all’attrice l’urgenza di dichiarare apertamente
chi è e qual è il suo orientamento affettivo. Ce la farà?

