Il Pianeta Viola è sceso in piazza a Brescia

In occasione della Giornata Mondiale contro l'Omofobia, il 17 maggio, il Pianeta Viola, con altre associazioni locali, è sceso in piazza...

i commenti di chi ci è stata:

Davvero bella e significativa questa giornata del 17 maggio. E per diversi motivi.
Innanzitutto mi ha fatto molto piacere vedere che la partecipazione delle pianetine è stata davvero numerosa. Vuol dire che vogliamo dare un forte segnale di visibilità e, dopo la recente sterzata a destra nel governo della nostra città , credo che questo aspetto acquisti un'importanza ancora maggiore.
Il lavoro non è mancato mai. Ci siamo prodigate nel distribuire un volantino frutto delle teste di 4 associazioni (con noi anche l'arcigay, l'assoc. Lily Elbe e l'Agedo) e nell'avvicinare i passanti per sottoporli ad un questionario.
Particolarmente bella è stata la chiacchierata sull'omosessualità avuta con due quattordicenni, chiacchierata sviluppatasi dopo la reazione carica di dubbi e incertezze del primo e il desiderare di difendere tutte le vittime del pregiudizio omofobo del secondo.
Ho proprio avuto la vaga sensazione di aver fatto centro!!
(manu)

Sabato è stata la conclusione di un percorso di comunicazione durato alcuni mesi con le altre associazioni.
Un percorso che in alcuni momenti è stato pesante, per il susseguirsi delle riunioni, ma mai demotivante.
Siamo passate e passati attraverso le fasi del conoscersi quindi un annusa, ascolta, parla e riprova.
Il giro di boa è stato quello del ribadire la necessità di costruire un linguaggio comune... in quella riunione abbiamo davvero toccato il livello più alto di comunicazione... Per me da lì e stato tutto in discesa... l'operativo è stato un susseguirsi di idee che si contaminavano a vicenda fino a costruire cose davvero condivise...
Ma la cosa sorprendente è stata la piazza. Vi ricordate la nostra presidente sola lo scorso anno agli angoli delle strade a distribuire il volantino con le 40 tette????
Ecco a parte l'immagine della la piccola fiammiferaia QUEST'ANNO ERAVAMO IN 12...
Chi stava al banchetto... chi faceva interviste... chi dava i volantini... chi come me ha deciso che fatto trenta fai trentuno e se anche avevo deciso di non volantinare l'ho fatto travolta dell'entusiasmo di chi arriva, sorride e distribuisce i volantini perchè condivide il progetto anche se non sempre può esserci!!!!
Come ha detto Cri "azz...dobbiamo fare una bandiera tutta nostra!!!" ... perchè il nostro logo/luogo è davvero prezioso per crescere !!!!!! baci
(Grazia)

Sabato 17, in Piazza San Domenico, noi ragazze del PV in collaborazione con l'Arcigay Orlando, l'associazione bresciana per i diritti dei trans Lily Elbe e l'Agedo abbiamo mostrato alla cittadinanza il nostro lavoro comune, oltre che (fattore ancora più importante) la nostra faccia.
Questa iniziativa non solo ha risolto molte delle mie perplessità in merito alla collaborazione tra i vari gruppi presenti sul territorio ma mi ha permesso di comprendere fino in fondo quanto effettivo bisogno di VISIBILITA' esista in una città "provinciale" come Brescia.
La situazione politica attuale, sia nazionale che cittadina, si fa sentire in modo molto pesante. Non a caso sui giornali non si leggono altro che polemiche in merito al gay pride... e non a caso la nostra personale "giornata contro l'omofobia" si è tenuta in una piazza secondaria come quella di San Domenico anzichè in una piazza di maggiore rilievo (e passaggio!!!) come Piazza Loggia.
Personalmente ho vissuto l'ennesima esperienza positiva, risultato del lavoro svolto quest'anno... nonostante abbia rischiato di incontrare tra i passanti il mio responsabile d'ufficio... che è sì a conoscenza della mia omosessualità ma anche del fatto che sono in mutua e dovrei starmene a casa e non a passeggio per Brescia!!!
La popolazione bresciana è molto schiva e decisamente non accogliente sull'argomento... rari i casi di persone disponibili al dialogo o semplicemente gay friendly. Questo non fa altro che sottolineare quanto sia importante insistere e renderci visibili... l'unico vero rischio che corriamo, soprattutto come lesbiche, è l'invisibilità. Quando una cosa non si vede, automaticamente non esiste. Noi ci siamo, esistiamo e l'abbiamo dimostrato.
L'anno prossimo scenderemo in una piazza più importante.... e con le bandiere della nostra associazione!!!
Che mi riempie di speranza è anche osservare ammirata come una ragazzina lesbica di soli 15 anni, armata di volantini, abbia affrontato chiunque e a testa alta... e come un'altra ragazzina lesbica di soli 19 anni abbia avuto il coraggio di avvicinarsi al nostro gazebo e chiedere informazioni... un'altro mondo è proprio possibile...
(costy*)

Se l'omofobia fosse considerata una malattia (e purtroppo così non è) dovrei concludere che il suo virus abbia trovato terreno fertile in quel di Brescia, per lo meno nella Brescia del sabato pomeriggio in centro. Per quel che mi riguarda non mi ero mai resa conto di quanto fosse altro il muro di paura e diffidenza che viene innalzato dalle persone quando si trovano davanti al prefisso OMO.
Durante le operazioni di volantinaggio mi sono trovata di fronte persone (più di quante potessi immaginare) che hanno rifiutato il volantino dopo aver allungato l'occhio e aver letto di cosa si trattava. Facendo un breve sunto delle risposte che i passanti hanno dato al nostro questionario (senza valore statistico) risulta che su venti persone intervistate:
- cinque si sono rifiutate di rispondere per mancanza di tempo;
- sette (ma dagli sguardi perplessi presumo anche molti altri) non conoscevano il significato del termine omofobia, rispondendo poi alle domande con visibile imbarazzo;
- due hanno avuto risposte assolutamente friendly;
- due si sono allontanate con motivazioni che potrebbero essere prese come esempio per spiegare cos'è l'omofobia;
- quattro hanno risposto premurandosi di sottolineare che nè loro nè le persone care (fratelli, sorelle figli/e) sono gay/lesbiche.
Tuttavia, nonostante i risultati poco incoraggianti, sabato ero in piazza, sotto quel gazebo, sorridente, con le compagne ed i compagni che hanno scelto di esserci.
E per me è stato fondamentale confrontarmi (per la prima volta in modo così diretto)
con la città nella quale vivo e nella quale ho deciso di rendermi, un passo alla volta, visibile.
Sono ancora più convinta di prima che il lavoro da fare sia tanto e che una parte importante di questo lavoro spetti a noi, come lesbiche e come associazione.
(Elena)


Essere in piazza sabato è stato anche e soprattutto, essere in piazza a Brescia. Brescia è una città diffidente, lavoratrice, molto pratica e con poco spazio per l'astratto. Mezzo popolo di montagna e mezzo di campagna, la città è cresciuta dopo ma l'impronta ce l'avevamo già :). Così stare sotto un gazebo sotto le bandiere rainbow, con un pacco di volantini antiomofobia in mano, poteva non essere una passeggiata. In effetti non lo è stata, pioveva e tirava vento, eravamo decentrati rispetto alle vie dello shopping, eppure... Eppure abbiamo distribuito 1500 volantini, parlato con la gente, e soprattutto ci siamo fatte e fatti vedere.
Io credo di aver fermato fra gli altri, una mia vecchia compagna di classe, ma lì per lì non ci siamo riconosciute, chissà cosa le avrei detto? Camminando, ogni tanto il pensiero andava alle altre manifestazioni, a Verona soprattutto. Abbiamo sentito le ragazze che sfilavano in Piazza Bra, e quelle che a Torino aspettavano la fine dell'acquazzone per sedersi sull'arcobaleno, che non è una metafora ma il titolo della performance prevista. Una ragazza giovanissima è venuta a conoscerci e ci ha detto di essere lesbica, altre, spagnole, le abbiamo incontrate in una passeggiata verso il centro.
La piazza in casa è una cosa strana, m'intimidiva e allo stesso tempo mi ha dato forza, ho scoperto che c'è modo e modo di rompere il silenzio, e non sempre si può fare con le parole, soprattutto se chi hai di fronte non ti vuole ascoltare. Non tutti hanno accettato di farsi intervistare, non tutti hanno preso un volantino, e nemmeno tutti hanno risposto al sorriso con cui a volte cercavamo un contatto. Però tutti hanno dovuto vederci. Perchè eravamo in tanti, perchè parlavamo a voce alta, perchè abbiamo riempito una parete di legno di cartelloni arcobaleno, e avevamo le bandiere, il gazebo, il tavolo, e le persone si giravano a guardare. Occupavamo una spazio che in genere è vuoto, e chi è passato di lì, volente o nolente, è stato costretto a vederci :).
Sabato ho toccato con mano che il lavoro da fare, anche e soprattutto a Brescia, è davvero tantissimo. Ma la città è di chi la vive, di chi esce, di chi ci va. E noi c'eravamo! :)
(m)