Ore decisive nel parlamento ugandese per l'approvazione della legge contro gay e lesbiche


L'iniziativa, già naufragata grazie alla mobilitazione internazionale, è di nuovo all'esameL'Africa torna alla ribalta per i comportamenti punitivi di alcuni stati nei confronti dell'omosessualità.

Fra 24 ore il Parlamento Ugandese potrebbe votare una nuova legge che condannerebbe gli omosessuali alla pena di morte. Non è la prima volta che si tenta questa manovra, e non è la prima volta che il mondo si mobilita per impedirlo. Dopo l'enorme appello globale dell'anno scorso il Presidente ugandese Museveni aveva bloccato la legge. Ora, nel clima di disordini e violenze delle piazze, alimentati dalla protesta per il rincaro di generi alimentari e benzina, con gli estremisti religiosi sempre più forti in Parlamento, fatto di distrazione interna e internazionale, ci si riprova.

Anche senza questa legge essere gay in Uganda non è una passeggiata. Gli omosessuali sono continuamente minacciati e malmenati, e proprio pochi mesi fa un attivista dei diritti civili, David Kato, è stato brutalmente ucciso in casa sua. Un anticipo, in qualche modo di questo provvedimento che contempla il carcere a vita alle persone condannate per aver avuto relazioni con persone dello stesso sesso e la condanna a morte per i recidivi. Persino chi lavora per le ONG impegnate nella prevenzione dell'HIV secondo questa legge, sottolineano gli attivisti per i diritti umani, potrebbe essere incarcerato con l'accusa di "promuovere l'omosessualità"
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articolo tratto da La stampa del 11/05/2011


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