Un Pride in Uganda ha dell'incredibile, sia perchè realizzato in un Paese diventato famoso per avere uno dei tassi di omofobia più alti al mondo, sia perché, nonostante i non pochi problemi creati dalla polizia locale, perfettamente riuscito.
Il programma includeva una serie di eventi tra cui proiezioni di film, feste e, evento clou previsto per sabato 4 agosto, una marcia con party finale sulla spiaggia di Entebbe, sul lago Vittoria.
A tutela dei partecipanti la festa era stata organizzata come evento privato, una precauzione che però non è stata sufficiente ad evitare l'intervento della polizia. Gli agenti, con la motivazione “ordini dall'alto”, hanno imposto l'interruzione immediata della festa e hanno proceduto all'arresto di attivisti ugandesi - tra cui immancabilmente la nostra amica Kasha- e di alcuni visitatori provenienti da altri Paesi.
Fortunatamente la detenzione è durata solo qualche ora e in serata Kasha ha fatto sapere, tramite facebook, che la polizia non era neppure in grado di dire quale fosse la reale motivazione dell'arresto.
La corrente legislazione ugandese infatti consente alle persone lgbt di incontrarsi liberamente e pacificamente, condizione che potrebbe invece mutare in caso di approvazione del disegno di legge “antigay” attualmente fermo in parlamento. Nonostante questo però, a partire dallo scorso febbraio, è già la terza volta che le forze dell'ordine interferiscono pesantemente in attività organizzate da associazioni lgbt. Azioni che hanno un'impronta fortemente intimidatoria ma che vengono affrontate e smontate grazie dal coraggio di alcune persone disposte a correre notevoli rischi pur di non subire simili soprusi.
L'importante è comunque che il Beach Pride, così fortemente desiderato dagli organizzatori, abbia avuto un buon esito.E visto il successo e il buon livello di partecipazione della manifestazione si inizia già a pensare al Pride del 2013!
Fortunatamente la detenzione è durata solo qualche ora e in serata Kasha ha fatto sapere, tramite facebook, che la polizia non era neppure in grado di dire quale fosse la reale motivazione dell'arresto.
La corrente legislazione ugandese infatti consente alle persone lgbt di incontrarsi liberamente e pacificamente, condizione che potrebbe invece mutare in caso di approvazione del disegno di legge “antigay” attualmente fermo in parlamento. Nonostante questo però, a partire dallo scorso febbraio, è già la terza volta che le forze dell'ordine interferiscono pesantemente in attività organizzate da associazioni lgbt. Azioni che hanno un'impronta fortemente intimidatoria ma che vengono affrontate e smontate grazie dal coraggio di alcune persone disposte a correre notevoli rischi pur di non subire simili soprusi.
L'importante è comunque che il Beach Pride, così fortemente desiderato dagli organizzatori, abbia avuto un buon esito.E visto il successo e il buon livello di partecipazione della manifestazione si inizia già a pensare al Pride del 2013!

